Il 15 aprile 2023 iniziava in Sudan la guerra civile oggi degenerata nella peggiore crisi umanitaria in corso nel mondo, in un silenzio mediatico quasi completo. Il conflitto contrappone i due generali che nell’ottobre 2021 con un golpe interruppero la transizione costituzionale del premier Abdalla Hamdo: Abdel Fattah al-Burhan guida le forze armate regolari sudanesi (SAF), mentre Mohamed Hamdan Dagalo (detto Hemetti) le Forze di Supporto Rapido (RSF), eredi delle milizie Janjaweed attive negli anni 2000 nel genocidio del Darfur.
Il conflitto, dettato da ambizioni personali, rivalità politiche, interessi economici e geostrategici di attori esterni ha riacutizzato storiche divisioni intercomunitarie sfociando in uno scontro su vasta scala tra diversi attori. Principale vittima della guerra, fin da subito, la popolazione civile, bersaglio di abusi e violenze da entrambe le parti, con gli scontri peggiori soprattutto nelle regioni di Khartoum, Al Jazira, Darfur e successivamente Nord Kordofan.
Caritas Italiana rilancia con forza l’appello di molte organizzazioni della società civile, delle Chiese e delle stesse agenzie delle Nazioni Unite alla comunità internazionale di onorare gli impegni già presi ed accrescere con urgenza i fondi messi a disposizione per gli aiuti umanitari ancora ampiamente insufficienti a coprire i bisogni. Inoltre è improrogabile uno sforzo più deciso per indurre le parti in conflitto a:
Sin dall’inizio della guerra, Caritas Italiana sta sostenendo interventi di aiuto alla popolazione in Sudan e nei Paesi di accoglienza dei profughi, grazie a un contributo dall’8×1000 alla Chiesa Cattolica e alle donazioni. Nel corso del 2024, nonostante le sfide logistiche di un Paese in guerra, Caritas Italiana ha sostenuto in Sudan con 200.000 euro un progetto che ha raggiunto oltre 5.000 famiglie di sfollati con sostegno in denaro e kit d’igiene, e 2.740 donne con kit igienico-sanitari nel sud del Paese. Nel 2025 l’impegno continua con un sostegno di 178.000 euro per sfollati interni e comunità ospitanti in North Darfur, Gedaref, White Nile, North Kordofan, River Nile e Khartoum con aiuti in denaro, servizi igienici e di protezione dalla violenza di genere. A giugno 2025 oltre 3.200 famiglie (circa 16.000 individui) sono state sostenute con aiuti in denaro per l’acquisto di beni essenziali e circa 50.000 persone (di cui 26.000 donne circa) hanno beneficiato di servizi per un maggiore accesso ad acqua e igiene in modo equo , sicuro e inclusivo . Per quanto riguarda l’accesso a servizi di supporto multisettoriali contro la violenza di genere nei siti di accoglienza di sfollati, finora sono stati raggiunte circa 28.000 persone (11.200 donne, 5.600 uomini, 8.400 ragazze, 2.800 ragazzi).
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